| Francesco Finelli

Alla base delle proprie scelte di lavoro occorrerebbe lasciarsi trasportare dalla propria passione e non aver timore di sperimentare e mettere continuamente in discussione quello che si è appreso.

Chi è solo un mero utilizzatore dell'informatica vede nel programmatore una sorta di superman, in grado di interloquire con i computer e di piegarli al proprio volere. In realtà in certi casi ci può essere il sospetto che chi ha il sopravvento sia il computer, da cui ci difendiamo con continui aggiornamenti del software.
Al di là delle considerazioni di chi vede la programmazione dall'esterno, dobbiamo considerare che l'approccio a questo lavoro ha comunque radici creative. Il risultato della programmazione è un qualcosa che deve risolvere un problema anche in contesti critici. Lo sperimentare e l'adottare nuove tecnologie rimane un approccio non sempre perseguibile per diversi motivi, tra cui  è preponderante quello economico .

La componente creativa di un software, nella maggior parte dei casi, rimane ignorata sia da parte degli utilizzatori che da parte dei committenti. Un algoritmo che risolve brillantemente un problema ha il suo fascino, ma rimane confinato tra le pieghe del "codice" e difficilmente riesce ad emergere. Solo un altro professionista del campo può realmente apprezzarlo. Saper comunicare diventa quindi, un aspetto molto importante. Considerato che l'ingegneria del software è un prodotto non totalmente visibile, quando il valore della creatività è indiretto dobbiamo saper mostrare quello che non tutti possono vedere. Il valore può essere economico, di efficienza, di efficacia. La comunicazione è realmente efficace, poi, solo quando si riesce ad adeguarla al background tecnico dell'interlocutore, in modo da consentirgli di seguire le proposte ed avere massima fiducia nelle scelte tecniche.

Il professionista/artista della programmazione si trova, comunque, di fronte ad un bivio: risolvere il problema nello specifico o analizzare e implementare una soluzione che abbia un costo di avvio superiore ma che gli consenta di risparmiare tempo per risolvere problemi analoghi? Vita ordinaria o vita d'artista? In definitiva l'ingegneria del software può essere considerata un forma d'arte, ma assolutamente non fine a se stessa.



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